Per comprendere meglio i contenuti di questo blog, si consiglia caldamente di leggere le pagine "Le origini di questo blog" e "La missione di questo blog" affinché le considerazioni (critiche) che vengono svolte nei post siano collocate nella giusta ottica e all'interno di una cornice di riferimento adeguata.

giovedì 8 ottobre 2015

Esercizi 2015, citazioni senza giudizio

A pagina 28 e 29 del libretto degli Esercizi sono riportate tre citazioni di tre cantautori moderni, tra i più noti in Italia: Vasco Rossi, Guccini e Ami Winehouse.

Si tratta di quella parte del testo degli Esercizi in cui Carron (punto d) cerca di rispondere alla domanda "Che cosa ci aiuta ad uscire da questo strano oscuramento di cui parlava Benedetto XVI?".
In questa parte di testo, Carron cerca di mostrare che abbiamo un grande alleato: "la realtà".
In queste pagine, in realtà, emergono tutta una serie di citazioni che sembrano una collezione di frasi fatte appiccicate senza un vero costrutto.
Varrà la pena dedicare un post e rivisitare adeguatamente il tema, perché interessante.
Questa volta, come primo assaggio, mi soffermo sulle citazioni proposte.

La prima cosa che mi ha disturbato in questa lettura,è la totale mancanza di giudizio morale sui personaggi e sul loro "contributo" alla cultura umana.
Questa mancanza di giudizio è un tema dominante della distruzione morale cristiana dei nostri tempi: a cominciare dalla vulgata di tanti sacerdoti in omelia o in catechesi "non bisogna giudicare" fino al Santo Padre "chi sono io per giudicare". Così libero dal rompiscatole giudizio cristiano, il mondo continua a fare quello che gli pare.
Ma il Vangelo dice il contrario, San Paolo dice il contrario: "L'uomo spirituale invece giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno." (1Co 2,15)
Quindi per un cristiano giudicare è un dovere.

Quale può essere il giudizio su Vasco Rossi? Sbaglio molto nel dire che l'autore passato alla fama con "Vado al massimo!" è stato inizialmente il cantautore della voglia di godersi la vita senza regole?
Ora da tempo (immagino complice una certa età) si esprime con testi sempre più impegnati, sempre più coscienti che in una vita persa a cercare il gusto delle cose, ha perso il gusto delle cose.
In questo senso, il percorso "culturale" di Vasco Rossi è in qualche modo un percorso "americano": dalla ricerca del godimento in tutte le forme (tipica della generazione del '68, al motto di "sesso droga e rock 'n roll) alla sconfitta del male col superuomo, tipica del "rambismo" e di tutta una generazione di filmografia, di cui Sylvester Stallone e Arnold Swarzenegger sono stati forse i massimi interpreti.

Il testo citato ripercorre ed esalta proprio il passaggio tra queste due fasi. Siamo alla decadenza della lussuria e quindi di tutti i sensi corrotti dalla lussuria; e siccome per una vita ci si è spesi alla ricerca del godimento, ora che i sensi sono bruciati allora "Quando mi sento di dire la verità, sono confuso, non son sicuro, quando mi viene in mente che non esiste niente, solo del fumo, niente di vero, però tu continuerai, come mai... tu non ti arrenderai, chissà perché".

Ho volutamente messo in grassetto quello che può essere l'unica notazione positiva di quel testo. Anche il brano musicale esalta questo testo (con tanto di chitarra elettrica) e sicuramente Carron ha voluto proprio esaltare questo passaggio, questo punto.
Ma mi pare contrario alla realtà del testo, del contesto e del personaggio staccare questo punto e mettergli un bel fiocco rosa sopra, come se poi fosse positivo.

"Chissà perché" è una domanda provocatoria che già sottintende una risposta: e la risposta sottesa è "non lo so perché".
Il "chissà perché" di Vasco vuole rilevare una stonatura nel deserto dell'esistenza. Vasco Rossi sembra voler dire: è tutto chiaro, nulla ha senso, non ci sono verità, anzi peggio: "non esiste niente" (nichilismo allo stato puro, che fa violenza all'esistenza che abbiamo sotto gli occhi e che ci portiamo addosso).
Ma allora perché non ti arrendi mai?

Qui al centro della questione non c'è una presenza, ma un dinamismo umano. Uno che non si arrende mai. Una sorta di Rambo, di Rocky o chi volete voi. Un "superuomo" che non si arrende mai.

In questo contesto, non manca il cielo: ma viene definito "dannate nuvole". Una maledizione di cielo, questo è il cielo di Vasco. E il brano finisce con le parole "quando mi viene in mente che non esiste niente". Quindi l'incipit e la chiusura del brano sono nichilismo puro.

Commenta Carron: "Tutto può andare in rovina, io posso pensare qualunque cosa mi venga in mente, ... ma c'è qualcosa in me che sconfigge il nichilismo: che io non mi arrendo".
Questa esaltazione dell'io è completamente fuori luogo e non appartiene nemmeno al testo di Vasco Rossi, il quale dice "TU non ti arrenderai". L'affermazione è spostata su un futuro ipotetico, nel quale l'altro non si arrende, quasi intendendo dire che invece Vasco si è già arreso o almeno afferma la sua impotenza nel presente "sono confuso, non sono sicuro... non esiste niente".
Estrapolare da questo una positività è un'operazione ardita, perché sono convinto che pure i diavoli all'inferno "non si arrenderanno mai" e continueranno a bestemmiare Dio.

Non a caso il titolo del brano non è "Chissà perché" ma "Dannate nuvole".

Giustamente poi viene citato Giussani: "Se la stima che viene provocata in me è per la mentalità mondana, io affronto il problema di mio padre, di mia madre, della donna, dell'uomo, dei figli, di tutto, attraverso la mentalità mondana che mi ha provocato. Se l'incontro, invece, che faccio è quello di Cristo, è quello della sua Presenza, allora io vado incontro a tutto con la mia esperienza umana, provocata, attuata da questo, con dentro la promessa, la speranza data da questo incontro" (pag. 30).

Affinché il dato, affinché la realtà sia positiva, occorre Cristo presente. Altrimenti l'opzione diabolica è il "rambismo", è il tentativo violento del "superuomo", il tentativo violento di chi, di fronte alla realtà afferma "non esiste niente" e conferma "dannate nuvole".

Una citazione poco opportuna? Non si è riusciti a trovare un qualche bel brano di un Santo?

3 commenti:

  1. Però... mi costringi a rileggere quelle pagine....

    RispondiElimina
  2. Bene!
    Rileggiamo e accendiamo l'intelligenza.
    Il giudizio è soprattutto una responsabilità. Non solo una responsabilità di Carron.

    RispondiElimina
  3. Credo che Vasco con l'espressione "dannate nuvole" non intenda un insulto al cielo ma bensì un riferimento alla sua vita passata; nuovole perche era una vita effimera e dannate perche ora rendendosi conto che inseguendo quei sogni vani ha perso una parte della sua vita, e quindi la aborrisce. Inoltre credo che con le frasi alla fine di ogni strofa il "tu" sia inteso come l'uomo in generale, che pur sapendo che niente é vero non si stacca mai da ciò che é materiale, ma nonostante questo non si vuole arrendere. Poi Vasco risponde con le domande che gli sorgono di fronte alla precedente affermazione: "Perché l'uomo, pur amando Cristo con tutto se stesso, non si riesce mai a staccare da cio che é effimero, che è fumo?" Ma soprattutto: Perché l'uomo non smette mai di cercare, nemmeno di fronte ad un mondo che può sembrare così completamente vuoto? Cosa ha visto che io non ho notato? Che Bellezza lo ha rapito?" (Parlo per Vasco).
    Di conseguenza non considererei il centro della questione come una presenza, ma nemmeno come Rambo, qui al centro della questione c'è una domanda: il "chissà perché" di Vasco. Il fatto che la canzone sia intitolata "Dannate Nuvole" è solo un riferimento al fatto che all'autore queste domande sono venute in contrapposizione al suo periodo dannato di "sesso droga e rock'n roll", per questo considero giusto il commento di Don Carron.
    Ma questa è semplicemente la mia idea, e mi complimento con lei per l'ottimo articolo.

    RispondiElimina